Uno sperone di roccia che sorge dal mare. Una mirabile veduta del golfo di Napoli.

Un grande parco di piante mediterranee, imponenti alberi storici e fiori a profusione. E una magnifica villa ottocentesca a due piani in stile neoclassico, armoniosamente inserita nel paesaggio, ricca di pregevoli abbellimenti all’esterno e all’interno, che un attento e rispettoso restauro ha recuperato all’aspetto originario dopo il terremoto del 1980. Già questo sarebbe più che sufficiente per fare di Villa Fondi de Sangro la tappa imperdibile di un viaggio in Costiera sorrentina. Ma l’edificio fatto costruire da don Giovanni Andrea de Sangro, principe di Fondi, nel 1840 a Piano di Sorrento custodisce un ulteriore richiamo, giacchè da alcuni anni è la sede del Museo Archeologico Territoriale della Penisola sorrentina, intitolato al famoso archeologo francese, studioso della Magna Grecia, George Vallet.

Un percorso di conoscenza e di approfondimento della storia più antica degli insediamenti umani in Penisola non poteva che iniziare dal mitico fondatore di Surrentum, Liparos. Al piano terra del museo, di fianco allo scenografico scalone di gusto vanvitelliano, sono esposti quattro leoni del VI secolo a.C. e una stele di tufo del V appartenenti al mnema, ovvero il monumento funebre a lui dedicato. Proveniente dalla necropoli di San Martino di Sant’Agnello, è probabilmente opera di artefici locali con forti legami culturali con le colonie greche delle coste campane. A dominare l’altro lato della sala è una grande statua di Demetra, vicino alla quale è collocato un bel pavimento di mosaico riportato alla luce a Marina di Puolo. 

La prima sala del piano superiore accoglie i reperti frutto degli scavi compiuti a Piano di Sorrento, nella località Trinità, dove sono state trovate vestigia riconducibili alla Cultura del Gaudo nel II millennio a.C. che sono le più antiche rinvenute in Penisola. Altri reperti sono stati scavati nelle necropoli arcaiche e classiche della località Deserto di Sant’Agata dei Due Golfi, dove si è indagato tra il 1994 e il 1997, e in via Nicotera a Vico Equense con le campagne degli anni ’80 del Novecento, oltre a pezzi di bronzo restaurati di provenienza sorrentina. Di grande fascino è la ricostruzione della tomba 2 del VI secolo a.C. a Sant’Agata dei Due Golfi e i preziosi corredi di ceramiche a figure rosse di Vico Equense risalenti al V a.C.

Nel corridoio tra la prima e la seconda sala si incontrano oggetti di culto e iscrizioni, che sono parte degli oggetti appartenenti al santuario di Atena a Punta Campanella. In particolare, si segnala il calco dell’importante iscrizione sulla roccia della prima metà del II a.C. Non meno interessante la testa marmorea del VI a.C. da Massalubrense.

La seconda sale è interamente dedicata alla fondazione di Surrentum, illustrata in dettaglio da una carta topografica aggiornata di tutti i siti archeologici già ispezionati e dei saggi compiuti sul territorio dal 1993. E’ descritta per la prima volta in modo scientifico l’attività di ricerca nella necropoli di Porta Parsano. Di assoluto pregio l’erma maschile di tufo, riconducibile a modelli colti, che arriva dalla mensa funeraria del colombario della prima età imperiale. Non manca una grande varietà di reperti di epoca romana: columelle antropomorfe, balsamari di terracotta e di vetro, vasi a figure rosse con un bel piatto da pesce del IV a.C. Sempre nella seconda sala sono esposti materiali marmorei delle ville marittime della costa: la villa di Capo di Massa a Villazzano e la villa di Pollio Felice, di cui è proposto il plastico. Al I d.C. appartengono due statue funerarie dal sito di via Nicotera a Vico Equense.

Il parco ospita la ricostruzione di metà del ninfeo di una splendida villa marittima di età giulio-claudia scoperta in località Marina della Lobra a Massalubrense. Magnifica la decorazione a mosaico che raffigura un giardino con numerosi uccelli un motivo decorativo tipico del III stile pompeiano, che ha consentito di datare l’opera al 55 d.C. Una contaminazione ideale tra il giardino antico, ricreato dal gusto e dalla maestria dell’artista per la villa romana, e quello di oggi, vivo e vero, tutto da godere che circonda e impreziosisce Villa Fondi.