Acqua e farina, l’impasto più semplice. Già gli antichi Greci ne ricavavano delle strisce di pasta che chiamavano làgaron.

Molti secoli più tardi, la farina fu sostituita da semola di grano duro e quelle strisce di pasta, asciugate rigorosamente all’aria, diventarono le lagane, protagoniste, in abbinamento ai ceci, di uno dei piatti forti della cucina campana, cilentana in particolare.  I ceci secchi – ideali quelli di Cicerale -  vanno messi a bagno 24 ore prima con acqua abbondante e un pizzico di bicarbonato. Si prepara l’impasto di acqua, semola e sale per le  lagane fino a formare una palla. Si tira la sfoglia, per trarne strisce da 15-18 cm di lunghezza e circa 2,5 di larghezza, che vanno messe ad asciugare per circa un’ora.

Si fa soffriggere uno spicchio d’aglio sbucciato e un  poco schiacciato con 2-3 cucchiai di olio extra vergine di oliva per un minuto, poi si aggiunge una manciata di pomodorini lavati e tagliati a metà. Si lascia insaporire, poi si aggiungono i ceci, che vanno fatti rosolare un minuto, prima di aggiungere due bicchieri d’acqua, facendo stufare i ceci per altri 20 minuti.

Messi da parte due cucchiai di ceci interi, si aggiunge un altro bicchiere d’acqua per far cuocere altri dieci minuti. Il consiglio è di utilizzare una pentola larga, per aggiungere le lagane al composto acquoso, facendo proseguire per altri tre-quattro minuti la cottura a fuoco basso, badando che la minestra avvolga le lagane senza girare, ma ruotando la pentola. Ancora qualche altro minuto finchè la pasta si  rapprende, si gira una volta, si aggiusta di sale e si fa cuocere un altro minuto. A fine cottura, si aggiungono i ceci lasciati da parte, un filo d’olio a crudo e si serve in tavola un piatto antico, saporito, che è anche un perfetto esempio di dieta mediterranea.

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