Cinquantasette scalini conducono al monumento più famoso e visitato...

unescoIl Duomo di Amalfi, bello e maestoso, sintetizza nella varietà degli stili e delle ispirazioni la vocazione mediterranea che ha reso grande nella storia una piccola città, stretta tra il mare e le aspre rocce della costiera. In quel sito, ben visibile anche dal mare, sorgeva dal VI secolo una basilica paleocristiana sulle cui rovine, tre secoli dopo, all’inizio dell’ascesa della Repubblica, venne edificata la nuova cattedrale amalfitana, dedicata alla Madonna Assunta, prima patrona della città, e ai Santi Cosma e Damiano, a tre navate, in stile romanico.

DC AMALFI ASA 1331Poco più di un secolo dopo, nel 987, Amalfi, ricca e potente, poté permettersi per decisione del duca Mansone Idi dare l’avvio alla fabbrica di un’altra cattedrale, dedicata al nuovo patrono, Sant’Andrea apostolo. Le due chiese vicine furono unite e ne derivò un tempio romanico a sei navate. Impreziosito, nel 1060 da una pregevole porta di bronzo realizzata a Costantinopoli per volontà del mercante amalfitano Pantaleone de Comite Maurone. Nel 1266 la grande chiesa passò a cinque navate, quando una delle tre dell’edificio più antico fu sacrificata per la realizzazione del chiostro del Paradiso, ulteriore contributo architettonico al complesso della cattedrale. Dove nel Duecento fecero il loro esordio anche elementi del  nuovo stile arabo-normanno. Ben evidente nelle colonne intrecciate del transetto. E sulla famosa, inconfondibile facciata bicolore, dove i motivi moreschi insieme ad altri neogotici sono frutto della ricostruzione ottocentesca che, dopo un crollo, portò all’eliminazione delle aggiunte, soprattutto barocche, per recuperare la versione originaria. Di grande impatto il mosaico del timpano, raffigurante il Trionfo di Cristo, di Domenico Morelli. Anche nel resto dell’edificio i rimaneggiamenti erano stati numerosi nelle diverse epoche, fino alla decisiva trasformazione barocca seicentesca, che aveva coperto alcune delle caratteristiche originarie.

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Fu dopo quegli interventi che avvenne la definitiva separazione tra la cattedrale di Sant’Andrea e quella preesistente, attigua, che prese il nome di Basilica del Crocifisso dal Crocifisso ligneo del Trecento che campeggia sull’abside. 

Alla trasformazione barocca del Duomo risalgono i rivestimenti marmorei, gli altari, il soffitto a cassettoni. Sull’altare maggiore preconciliare si trova una copia di autore locale de La Crocifissione di Sant’Andrea apostolo di Mattia PretiIn una delle cappelle c’è il gruppo ligneo dell’Apparizione di San Michele a San Fedele. Sul soffitto con fregi dorati sono dipinte le Storie di Sant’Andrea. Nella navata sinistra è custodita la statua reliquiaria del patrono, mentre la statua che viene portata in processione è nella sacrestia. E nella cappella della Riconciliazione è la reliquia del capo di Sant’Andrea.

Era l’8 maggio 1208 quando una cerimonia solenne accolse nella cattedrale di Amalfi le spoglie dell’apostolo, riportate dall’oriente dal cardinale Pietro Capuano, di nobile origine amalfitana, che aveva partecipato alla quarta Crociata come legato di papa Innocenzo III. Sulla nuova tomba dell’apostolo sorse la Cripta della cattedrale, dove L’arrivo del corpo di Sant’Andrea ad Amalfi è raffigurato in un affresco di Aniello Falcone del 1610, in cui si ammira il duomo romanico come appariva agli inizi del Duecento.  Sull’altare seicentesco è posta una statua bronzea di Sant’Andrea opera di Michelangelo Naccherino, con le statue di marmo del martire Lorenzo, di Pietro Bernini, padre del più noto Gian Lorenzo, e di Santo Stefano.

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Quanto alla Basilica del Crocifisso, un restauro del 1931 ne ha recuperato l’impianto medievale a cui appartengono gli archi acuti, le bifore e le monofore duecentesche, insieme agli affreschi di epoca angioina, tra cui una Madonna con Bambino,i santi Cosma e Damiano, il Beato Gerardo Sasso, il fondatore dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, poi di Malta.di un artista della cerchia di Pietro Cavallini. L’antica chiesa accoglie il Museo di Arte Sacra del Duomo, con il Tesoro del Duomo, formato da oggetti liturgici e paramenti sacri di grande pregio, tra i quali una mitra angioina e un calice smaltato del XIV secolo.

A collegare il Duomo e la Basilica del Crocifisso c’è il Chiostro del Paradiso, il cimitero dei nobili costruito tra il 1266 e il 1268, che si presenta come un quadriportico con archi a sesto acuto intrecciati in stile arabo-normanno sostenuti da sessanta colonnine. Nella parte meridionale del chiostro si aprono sei cappelle gentilizie affrescate, in cui si distingue la Crocifissione attribuita alla scuola di Giotto.

Difronte al chiostro s’innalza il campanile, edificato tra il 1108 e il 1276, in stile romanico, ma con la cella campanaria di gusto moresco.

Discesa la scalinata, ci si trova nella piazza del Duomo, adornata dalla Fontana del Popolo o di Sant’Andrea, realizzata nel 1760, con la statua di marmo del patrono. La piazza è il centro del borgo antico, che conserva le sue originarie caratteristiche medievali negli edifici costruiti sottraendo ogni centimetro utile alle alture digradanti verso il mare, nelle strade strette che si intrecciano come in una casbah araba, nei supportici imbiancati con le volte a botte e nelle numerose scalinate, che collegano i nuclei abitativi ai diversi livelli. Si percorre a piedi, il centro di Amalfi, partendo da piazza Duomo per raggiungere gli altri luoghi imperdibili della città. 

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Come la chiesa di Sant’Antonio, nel rione Capo di Croce, che la tradizione vuole sia stata fondata come chiesa di Santa Maria degli Angeli, insieme all’annesso convento, nel 1220 da San Francesco, giunto ad Amalfi per onorare la tomba di Sant’Andrea. Del complesso francescano, il bel chiostro è aperto al pubblico solo nel pomeriggio del 13 giugno per la festa di Sant’Antonio, mentre è temporaneamente chiusa in attesa di restauri la chiesa, ad un’unica navata, con le antiche statue dei santi francescani (ora trasferite in cattedrale), una significativa tela cinquecentesca raffigurante lo Sposalizio di Maria e Giuseppe sull’altare maggiore e un quadro molto venerato della Madonna del Carmine. All’interno vi è anche una piccola cripta, corrispondente al nucleo più antico del convento, affrescata con scene della vita di San Francesco. 

Altro edificio sacro meritevole di una sosta è la chiesa di Santa Maria Maggiore, edificata dal duca Mansone I nel 986. Tra le più antiche della città, è detta  Chiesa nuova dopo la realizzazione nella cripta di un oratorio dei Padri Filippini. Molto venerata dagli amalfitani è la statua della Madonna Assunta.

Nella vicina piazza Municipio, dove è collocata una statua di Sant’Andrea, l’antico convento benedettino femminile dedicato alla Ss.Trinità ospita il Municipio e, al primo piano, il Museo civico con oggetti legati alla storia cittadina e i disegni del mosaico del Duomo di Domenico Morelli.

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Da piazza Duomo, pochi passi ed ecco il sottoportico Marina Piccola, vicino alla  Porta della Marina, anticamente Porta de Sandala, che era l’accesso medievale al centro storico in una zona occupata dalle botteghe dei calzolai. In una di esse, nel XV secolo fu realizzata la chiesetta di Santa Maria de platea, poi divenuta Santa Maria a Piazza, curata da sempre dall’arciconfraternita dei marinai e dei pescatori, che custodisce un quadro in stile bizantino della Madonna nera, un prezioso bassorilievo in marmo bianco e grigio della Madonna con Bambino tra i Santi Apostoli e tre Santi Vescovi e una statua lignea della Madonna di Portosalvo con Bambino e angeli, protagonista di una suggestiva processione annuale via mare fino ad Atrani.

Dalla Porta della Marina, di fianco alla quale si ammira il pannello di ceramica di Renato Rossi dedicato all’ascesa commerciale di Amalfi, ci si trova all’ingresso dell’Antico Arsenale, dove si costruivano le galee della flotta da guerra della Repubblica. E’ l’unico arsenale del Medio Evo ancora in piedi nel Mezzogiorno, sebbene, perduta tutta la parte che era collegata direttamente al mare, ne restino solo due corsie separate da dieci pilastri, ottimamente restaurate, che ospitano il Museo della Bussola e del Ducato marinaro di Amalfi  con antichi strumenti di navigazione e preziosi reperti della storia marinara della città, primo fra tutti la Tabula de Amalpha. Vi si conserva anche il galeone che partecipa alla quadriennale regata delle Repubbliche Marinare.

Poco distante dall’Arsenale, giunti in piazza dei Dogi, percorrendo la Salita San Nicola dei Greci si raggiunge il  Rione Vagliendola, che conserva ancora intatta la caratteristica identità architettonica di Amalfi negli edifici e nelle viuzze, alcune delle quali con magnifici affacci sul mare. Di rilievo sono i resti dell’antica chiesa di San Bartolomeo e di una domus del XII secolo. Si può poi salire al Largo Spirito Santo per una visita al  Museo della Carta, fondamentale per conoscere Amalfi, e da lì si può proseguire per la Valle dei Mulini.  Dalla Porta Occidentale della città, la “Vallenula”, ci si ritrova sulla splendida via Annunziatella, che prende il nome da una piccola cappellina dedicata alla Ss. Annunziata in cui si venera una tela dell’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele alla Madonna. E’ un percorso di grande impatto visivo per la bellezza del panorama che offre ad ogni passo. Senza trascurare la chiesa di San Nicola dei Greci o di San Biagio, dell’XI secolo, sede dell’arciconfraternita della Ss. Trinità, ad una navata con volta a botte con tele cinquecentesche e un campanile ottocentesco in stile moresco tra i simboli della città. Sempre proseguendo su via Annunziatella si arriva all’Albergo dei Cappuccini, in origine un convento del 1212, fondato dal cardinale Capuano, con la chiesa di San Pietro della canonica, che offre un chiostro di rara bellezza e una terrazza fiorita sulla costiera capace di conquistare i viaggiatori di ogni tempo.