Ai Giardini Ravino di Forio d’Ischia la più grande collezione di piante grasse d’Europa.

Un antico vigneto esposto a occidente, davanti alla meraviglia del tramonto che si rinnova ogni giorno nel mare di Forio d’Ischia. Una terra fertile, pronta ad accogliere e a nutrire anche gli sconosciuti, come se le appartenessero da sempre. Un clima che non tradisce e che con la sua mitezza fa la differenza. E una grande passione che il tempo non ha intaccato, ma aiutato a concretizzare. I Giardini Ravino sono una felice e riuscita combinazione di tutti questi elementi. E infatti vi crescono, rigogliose come se stessero ancora nelle loro terre d’origine, 400 specie di piante provenienti dai cinque continenti. Perlopiù “succulente” tropicali, ma anche un’ampia rappresentanza di flora mediterranea, in ossequio alla specificità dell’isola, che è salvaguardata e anzi potenziata dalla condivisione armoniosa degli spazi con le numerose e prevalenti specie alloctone.

Prima di tutto, arrivò la passione. Quella del capitano Giuseppe D’Ambra, che nei suoi viaggi di lavoro in giro per il mondo cominciò ad appassionarsi fin dagli anni Sessanta proprio alle piante “grasse” che incontrava nei suoi vari approdi. E presto, oltre ad ammirarle nei luoghi di origine, cominciò a collezionarle, portando ogni volta qualche novità nei suoi ritorni a casa sull’isola. Dove le nuove arrivate, seppure giovandosi delle attenzioni riservate loro dal capitano, diventato da autodidatta un grande esperto, mostravano di trovare un contesto adatto non solo a sopravvivere, ma a dare frutti, a riprodursi e a raggiungere dimensioni ragguardevoli, non diverse da quelle dei tanti areali di provenienza. Una ulteriore – ma non scontata - dimostrazione della “versatilità” dell’ambiente ischitano, che nei millenni è riuscito a fare proprie piante di varie caratteristiche e delle più varie provenienze.

Frutto di tante attente acquisizioni e selezioni, D’Ambra aveva accumulato un patrimonio verde unico sul tetto di Villa Ravino: ben tremila esemplari di “succulente” in costante crescita ed evoluzione. Il caso volle che nel 2000 fosse messo in vendita un ben vigneto di 6000 metri quadri davanti alla villa. Un’occasione da non perdere per sistemare in modo non più temporaneo le collezioni sul tetto. Dopo anni di lavoro, per trasferire in piena terra nelle condizioni più adatte le migliaia di esemplari, arrivò nel 2005 l’inaugurazione dei Giardini. Finalmente, era venuta alla luce la creatura a lungo immaginata e preparata dal capitano con l’appoggio e l’apporto della moglie Edith, dei figli e delle nuore. Un impegno familiare che non si è concluso allora, ma che negli anni ha affrontato sempre nuove sfide, per implementare il giardino e per farne un esempio di ecosostenibilità e di cultura del verde sul territorio.

Parco botanico di acclimatazione, i Giardini Ravino accolgono la più vasta e varia collezione di piante succulente in Europa. Una spettacolare miscellanea di forme, colori, dimensioni e origini che evoca lo spirito di un orto botanico e che trasforma la visita al giardino in un viaggio ideale, concentrato nel tempo e nello spazio, a una molteplicità di habitat distribuiti nelle più diverse regioni del pianeta. Straordinaria la presenza di cactus, che regalano fioriture generose e frutti commestibili. Ci sono Cereus colonnari, Echinocactus globosi, Ferocacatus cilindrici, Selenicereus rampicanti, Aporocactus ricadenti,  Stenocereus striscianti, Epostoa coperte di lanugine, Pachipodium e Pereskie, le uniche specie dotate di foglie. E ancora: Sedum, Sempervivum, Crassule, Calanchoe, Agavi, Aloe, Palme, Zamie, Macrozamie, Chorisia, Nolina, Ciphostemma. La collezione originaria si è arricchita con esemplari di grandi dimensioni dei saguaros che popolano il rosso deserto dell’Arizona, di grusoni, più noti come “sedili della suocera” pieni di aculei, di Cycadeae e Musaceae. E poi le piante del caffè, del the, del sapone, del kapok e la canna da zucchero.

Piante tropicali che vivono in armonia, anche visivamente, con le piante autoctone della macchia mediterranea, con le profumatissime aromatiche, con le ninfee del corso d’acqua che scorre nel giardino, con le rose damascene e i pelargoni odorosi, e con decine di specie di agrumi. E una collezione di bonsai, protagonista di corsi per appassionati.

Ma tra tutte queste particolarità botaniche ce n’è una ancora più speciale delle altre. Un fossile verde, addirittura dal Giurassico, la Wollemia nobilis, data per estinta fino al 1994, quando ne fu ritrovata una stazione nel Wollemi National Park delle Blue Mountains del Nuovo Galles del Sud in Australia. Due esemplari di quella specie unica di alberi di alto fusto, avvicinati alle conifere ma che non lo sono, si trovano ai Ravino. Dove al canto degli uccelli che vivono sull’isola si aggiungono i versi striduli dei pavoni che corrono liberi, con il maschio che non di rado mostra la splendida coda multicolore. E poi i conigli liberi e la capretta tibetana e i pappagalli.

Nei locali di pertinenza dell’antico vigneto sono stati ricavati gli spazi per l’accoglienza dei visitatori. In particolare, il Cactus Lounge Cafè, dove si gustano i prodotti dell’orto biologico di casa e il famoso cactus cocktail con semi e frutti di cactus sempre diversi a seconda della stagione, succo di passiflora, i quattro tipi di menta dei Giardini e, nella versione alcolica, della tequila. Nell’antica cisterna, poi, ha trovato posto la sala Moby Dick, in cui si susseguono nell’arco della bella stagione mostre, conferenze e appuntamenti culturali.

«Aprire un giardino botanico è stato il mio sogno divenuto realtà – ama ripetere il capitano D’Ambra - Le passioni perseguite ripagano sempre». Non solo lui, ma anche i visitatori della sua stupefacente creatura.


Informazioni utili
Il giardino è aperto il lunedì, il mercoledì, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 10 alle 18
Biglietto intero: 10€
Biglietto ridotto: 5€