Era l’emporio della potente Cuma.

Poi con l'arrivo di fuggiaschi di Samo nel 530 a.C. prese il nome augurale di Dicearchia (“giusto governo”), e cominciò il suo sviluppo urbanistico.

Dopo il periodo di dominio dei Campani, nel 338 cadde sotto l’influenza di Roma, ma è in seguito al tentativo di conquista da parte di Annibale nel 215 a.C. che fu compresa l’importanza commerciale e militare di tutto il golfo flegreo. Così Puteoli (“piccoli pozzi”) divenne l’approdo più importante del Mediterraneo. Fu appellata “Delus minor” e “Litora mundi hospita”. Le arti del vetro, della ceramica, dei profumi, dei tessuti, dei colori e del ferro trovarono larga diffusione, per la presenza di maestranze locali educate a tradizioni fenicie, ellenistiche ed egiziane. Grazie al porto, Puteoli venne a contatto con altre culture e civiltà. Nel 61 vi sostò per sette giorni San Paolo, che vi trovò già una comunità di cristiani. La città prosperò fino a quando il porto rispose alle esigenze del commercio romano, ma subì un duro colpo con l'apertura di quello di Ostia.

Con l'accentuazione del bradisismo discendente, che sommerse le opere portuali, e con la caduta di Roma (476 d.C.), Puteoli divenne un piccolo centro di pescatori e, nel Medio Evo, i Campi Flegrei furono solamente meta di brevi soggiorni termali. Soltanto dopo l'eruzione del Monte Nuovo nel 1538, Pozzuoli iniziò una lenta ripresa socio-economico-urbanistica, per opera del viceré spagnolo don Pedro Alvarez de Toledo.

Arrivando da Napoli a Pozzuoli s’incontra la Chiesa di San Gennaro nel luogo del martirio del Santo. A pochi passi, si trova l’ingresso del cratere della Solfatara, il più interessante vulcano dell’area dal punto di vista geologico, faunistico e botanico.

Dopo tre chilometri si giunge all’Anfiteatro Flavio. Da qui si prosegue in direzione di corso Terracciano e si incontrano i ruderi del cosiddetto Tempio di Nettuno, edificio termale del I secolo e quelli del Ninfeo di Diana di cui si conserva il basamento circolare e parte dell’alzato. Se si prosegue per via Carlo Maria Rosini si arriva alla città vecchia di Pozzuoli. La strada attraversa un panorama splendido e passa davanti all’ingresso del Rione Terra, l’antico centro storico di Pozzuoli abbarbicato su una terrazza tufacea affacciata sul golfo, a 33 metri di altezza sul livello del mare. Nel ventre della formazione di tufo giallo si estende l’insediamento della romana Puteoli, perché, su vari livelli, quel sito fu abitato ininterrottamente dall’epoca romana fino al 1970, quando i continui movimenti tellurici sempre più violenti ne determinarono lo spopolamento e l’abbandonoDurato per decenni, fino al 1993, quando con la ricostruzione dei palazzi storici furono avviati a pieno ritmo gli scavi archeologici, che riportarono alla luce l’insediamento romano sotterraneo. Un patrimonio di straordinario interesse storico-archeologico, visitabile dal 2014, quando ne fu decisa l’apertura al pubblico.

La grandiosa acropoli puteolana culminava nel Tempio di Augusto, che fu riportato alla luce dopo l'incendio della cattedrale (16-17 maggio 1964): è il Capitolium della città di età repubblicana. Per volere del ricco mercante puteolano Lucio Calpurnio, fu rifatto dall’architetto Lucio Cocceio Aucto in età augustea in belle forme corinzie. Poi fu adattato a chiesa cristiana tra il V e il VI secolo e barocchizzato sotto l’episcopato di Martino de Leòn y Càrdenas (1634). I suoi resti furono inglobati nella costruzione del Duomo di San Procolo nel XVII secolo, dedicato al martire Procolo quando i cittadini furono costretti a ritirarsi sulla rocca per difendersi dagli attacchi dei barbari. 

La Chiesa dell’Assunta, in via Castello sulla darsena di Rione Terra, è piccola, semplice e lineare ed evoca la grande tradizione marinara dei campi: fu costruita nel 1621 in onore della purificazione della Madonna e un maremoto la distrusse nel 1876.

A Pozzuoli i Romani costruirono il più importante porto dell’impero: vivace scalo commerciale come ancora attesta il vicino macellum, il mercato pubblico, più noto come Tempio di Serapide.

Tra le altre chiese di Pozzuoli, vanno ricordate quella della Purificazione in via Marconi, edificata nel 1702, a navata unica. La chiesa dell’Arcangelo Raffaele in via Rosini risale alla metà del Settecento e fu eretta nel luogo in cui sorgeva un piccolo convento dedicato a Santa Caterina d’Alessandria. La chiesa del Purgatorio alle rampe Tellini fu edificata dalla Confraternita della Buona Morte nel 1639. La chiesa di Sant’Antonio, in via Pergolesi, risale al 1472 e, a volerla, fu don Diomede Carafa, duca di Maddaloni. Fu restaurata più volte a partire dal 1540 quando, per iniziativa di don Pedro de Toledo, fu abbellita con due acquasantiere di pregio. La chiesa di San Vincenzo Ferrer è nota anche come “Gesù a mare” e risale alla prima metà del ‘500 e fu affidata ai Domenicani fino al 1806 e poi intitolata nel 1847: è a croce latina con cappelle laterali.

In Piazza della Repubblica c’è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la più antica parrocchia di Pozzuoli dopo quella del Duomo. Le sue vicende sono legate al bradisismo e all’eruzione del Monte Nuovo del 1538, evento che danneggiò la piccola chiesa esistente. Va ricordato che per l’effetto del bradisismo discendente rimase allagata, insieme al borgo, e fu abbattuta e poi ricostruita con un elegante stile neorinascimentale.