Il principale artefice dello sviluppo turistico dell’isola d’Ischia nel dopoguerra, Angelo Rizzoli, nacque a Milano il 31 ottobre 1889, già orfano del padre che era un ciabattino poverissimo e analfabeta. Perciò crebbe in orfanotrofio, allevato tra i martinitt, dove imparò il mestiere di tipografo.
Il suo spirito d’iniziativa lo dimostrò già a vent’anni, quando decise di aprire una tipografia propria con un collega. E nel 1911 venne così alla luce la “A. Rizzoli Co.”, regolarmente registrata, che già in quell’anno si fece conoscere per la stampa in esclusiva di cartoline commemorative della guerra di Libia allora in corso. E figlia di tipografo era anche Anna Marzorati, la giovane che Rizzoli sposò nel 1912. Nel 1915 partì per la guerra, da cui tornò nel 1917. A Milano conobbe l’editore Calogero Tumminelli, che gli suggerì di rilevare dei periodici Mondadori con i conti in rosso. Anche stavolta Rizzoli mostrò coraggio e con 40mila lire nel 1927 chiuse l’accordo, facilitato dalla promessa di Tumminelli di affidare a lui la stampa dell’EnciclopediaItaliana, come effettivamente avvenne. Allora Rizzoli pensò di costruire una nuova tipografia e riuscì a trovare degli illustri finanziatori che lo accompagnarono nella nuova impresa come soci. La tipografia fu inaugurata nel1929 in piazza Carlo Erba, dove rimase la sede della Rizzoli fino agli anni Sessanta. Intanto le riviste avevano ripreso a vendere e continuavano a crescere. Nel 1929 fu pubblicato il primo libro, Storia del Risorgimento di Spellanzon e di lì a poco partirono le prime collane di libri, a cominciare dalla BUR, classici a prezzi popolari. Intanto, partì il progetto dei quindici volumi dell’Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse. Nel 1933 riscattò tutte le quote della società di cui divenne l’unico proprietario. L’ascesa editoriale proseguì negli anni Cinquanta-Sessanta e nel frattempo il commendatore entrava a grandi passi nel modo del cinema con la sua nuova casa di produzione, la Cineriz, e due film destinati a fare la storia del cinema: La dolce vita e 8½ di Federico Fellini.
L’impero economico di Rizzoli era già molto solido quando il professor Piero Malcovati, ginecologo e idrologo di fama, medico di sua moglie, gli propose un investimento piuttosto ardito. Malcovati era in cerca di finanziatori per la società Pithecusa, che aveva appena fondato con l’obiettivo di recuperare e rilanciare le antiche e decadute Terme della Regina Isabella e di Santa Restituta a Lacco Ameno, sull’isola d’Ischia. Il professore aveva consultato un architetto e ingegnere affermato, che aveva già firmato opere importanti, considerate dei capolavori dell'architettura razionalista: Ignazio Gardella, a cui aveva chiesto di progettare le nuove terme di Lacco. Pur convinto che non fosse un affare, Rizzoli accettò di finanziare l’opera, per cui vennero meno le ristrettezze con cui lo stesso Gardella aveva dovuto fare i conti dall'inizio. E di lì a poco Rizzoli prese il controllo completo dell'operazione, mentre Malcovati mantenne la direzione scientifica delle terme. Era il 1953 quando fu avviata la realizzazione dello stabilimento delle Terme della Regina Isabella nel centro di Lacco.
Rizzoli interruppe nel '54 la collaborazione con Gardella, scegliendo altri tecnici e altri progetti per le opere da lui realizzate a Lacco Ameno. Con la costruzione di un grande albergo vicino al nuovo stabilimento termale, a cui seguì il riassetto della piazza e del rione di baracche creato dopo il terremoto del 1883, in pochi anni Lacco Ameno divenne un centro termale di primo piano e un riferimento del jet set internazionale. E fece da apripista allo sviluppo turistico dell'intera isola, consentendole di recuperare velocemente le posizioni che aveva perduto tra il terremoto del 1883 e la prima metà del '900. Rizzoli nel frattempo si era innamorato dell’isola e aveva anche acquistato la storica Villa Arbusto, che divenne la sua residenza ischitana, con un bellissimo parco curato dalla signora Anna. Alla quale il commendatore volle intitolare l’ospedale che donò all’isola nel 1962. Dal “Sereno”, il suo yacht, Rizzoli approdava a Lacco Ameno ogni anno con divi del cinema e personaggi del jet set e scelse Ischia come location di diversi film da lui prodotti. Un legame con l’isola che rimase saldo fino alla scomparsa dell’imprenditore, avvenuta a Milano il 24 settembre 1970. Nella sua ex villa di Lacco Ameno ha oggi sede il Museo Rizzoli di fianco al Museo Archeologico di Pithecusae.
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