Appassionato naturalista e ottimo narratore, Jörgen Vilhelm Bergsöe nacque a Copenhagen l’8 febbraio 1835. Laurea in zoologia, una solida preparazione scientifica, si era dedicato allo studio delle tarantole, che aveva pubblicato, e ad approfondire la storia del tarantolismo.
Nel suo viaggio in Italia nel 1867, si era fermato a Roma, dove aveva conosciuto anche Ibsen, prima di spingersi a sud e visitare Napoli. C’era rimasto poco. La sua destinazione era Ischia, dove era stato indirizzato dal suo medico danese, sicuro che i bagni termali avrebbero giovato alla gotta di cui il giovane già soffriva. E Bergsöe, con il fratello e la sorella, era sbarcato il 3 maggio a Casamicciola, dove aveva trovato alloggio alla Piccola Sentinella. Sull’isola aveva conosciuto un asinaio, Francesco Mattera, divenuto la sua guida nelle continue escursioni che compiva ogni giorno, da naturalista, tra le verdi colline ischitane. Qualche settimana dopo arrivò anche Ibsen, con cui aveva fatto amicizia a Roma. Proprio il drammaturgo norvegese, che sarebbe stato protagonista del suo Ibsen a Ischia, gli consigliò di scrivere una commedia ambientata sull’isola, che effettivamente vide la luce in quell’estate con il titolo Unasera aIschia. Le passeggiate nei luoghi più sconosciuti e selvaggi dell’isola insieme alle fantasie dell’asinaio ispirarono poi al danese due racconti La pietracantante e La famiglia fortunata, pubblicati nel 1874 nella raccolta Novelle italiane. Il soggiorno ischitano proseguì fino al 24 agosto, quando i Bergsöe lasciarono Ischia diretti a Sorrento. Autore di altri romanzi ambientati a Roma, lo zoologo danese morì a Copenhagen il 26 giugno 1911.
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