Era il settembre del 1532, quando il nuovo vicerè don Pedro Alvarez de Toledo arrivò in una Napoli ancora ferita, dopo la pestilenza che aveva seminato decine di migliaia di morti. Il vicerè avviò subito il suo ambizioso piano di trasformazione e ammodernamento della città, che poi allargò a Pozzuoli.
A difesa del golfo di Pozzuoli dalle incursioni dei pirati barbareschi fece edificare la Torre di Gaveta e la Torre di Patria. Fece sistemare la Crypta Neapolitana, ovvero la galleria di oltre settecento metri scavata nella roccia della collina di Posillipo, che garantiva i collegamenti tra la capitale e Pozzuoli.
E fu lui a concedere l’esenzione dalle tasse ai puteolani, affinchè tornassero nella loro città, che avevano lasciato per l’eruzione di Monte Nuovo del 1538.
Don Pedro de Toledo rimase in carica per vent’anni, governando il vicereame con il pugno di ferro. La morte lo colse a Firenze il 22 febbraio 1552, mentre era in missione in Toscana per conto dell’imperatore.
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