Le donne le intrecciano per le persone di famiglia e gli amici più cari. Secondo schemi consolidati nel tempo, che si arricchiscono di volta in volta delle trovate creative delle artefici.
Sono le palme di confetti, che la Domenica delle Palme vengono portate a benedire nelle chiese di Sorrento e della costiera insieme ai consueti rami d’ulivo, abbelliti anche quelli con fiori di carta e piccoli formaggi. Realizzate con un sottile filo di ferro intrecciato, le palme sono in realtà delle composizioni di confetti colorati, che prendono le forme di fiori in piccoli cesti, rami o alberelli.
La leggenda ne fa risalire l’origine al 1558, in occasione di una delle incursioni con cui i pirati barbareschi minacciarono per secoli anche la vita degli abitanti della Penisola. Quella volta una improvvisa tempesta di vento, scatenatasi proprio quando la flotta nemica si stava avvicinando alla costa, ingrossò talmente il mare da far affondare tutte le navi. Scampò alla morte solo una giovane schiava saracena, condotta dalle onde sulla spiaggia, dove fu salvata da un pescatore. Che la portò nella chiesa più vicina in cui si celebrava la messa della Domenica delle Palme. Per riconoscenza, la fanciulla donò al suo salvatore i confetti che portava con sé e che prima di allora erano sconosciuti a Sorrento. Lì la giovane rimase a vivere, insegnando alle donne del luogo come trasformare i confetti in rami fioriti.
Al di là della leggenda e degli usi familiari, le palme di confetti negli ultimi decenni sono diventate una forma di artigianato tipica di Sorrento. E infatti le creazioni allegre e colorate, realizzate in casa dalle esperte mani delle donne sorrentine, rientrano ormai a pieno titolo tra le tipicità caratteristiche dello shopping pasquale nella Penisola sorrentina.
Le abili mani nelle foto sono della signora Amalia Cacace.
Ph: Susy Serbandini
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