Ė una delle meraviglie del Cilento interno, figlia dei fenomeni carsici che caratterizzano il territorio dominato dal monte Cervati.
Ed è proprio sul versante sud occidentale della montagna, tra Sanza, Piaggine e Monte San Giacomo, a un’altezza di 1146 metri, che si trova il profondo inghiottitoio noto come “affunnaturo” o affondatore di Vallivona, tappa imperdibile di una visita al Cervati o per chi viva l’emozione di percorrere il Cammino di San Nilo.
La natura ha impiegato milioni di anni per scavare e cesellare nel ventre del monte l’inghiottitoio profondo un centinaio di metri, con pareti a strapiombo coperte da una florida vegetazione.
Sul fondo della voragine, si apre una grotta che raccoglie le acque provenienti da quote più alte, che poi si inabissano scomparendo nel ventre della terra, per poi ricomparire più a valle, alla sorgente del Bussento nella località Varco La Peta, a Montemezzano.
Quell’acqua preziosa alimenta un acquedotto ed è stato per preservarne la purezza dall’intorbidimento che si verificava quando pioveva che negli anni ’70 del Novecento fu aperta alla base dell’affondatore una galleria, per consentire il deflusso delle acque meteoriche. Il tunnel scavato nella roccia, in condizioni meteo favorevoli e opportunamente guidati, consente di raggiungere la base dell’”affunnaturo” e di godervi uno spettacolo naturale di rara bellezza. A cui ci si prepara affrontando con le torce elettriche il percorso di circa 500 metri nel buio della galleria, prima di ritrovare la luce che, all’improvviso, inonda prepotente la scena dall’alto, appena schermata dai rami degli alberi che occhieggiano dal contorno ellittico della bocca dell’inghiottitoio.
Ci si trova, dunque, in fondo al cratere, circondati dalle alte pareti di roccia calcarea popolata da una straordinaria varietà di piante igrofile. E accolti dal mormorio di una suggestiva cascatella, che forma un laghetto immerso nella vegetazione sempre rigogliosa.
Non meno intrigante è il percorso che si può fare a piedi per arrivare all’ingresso della galleria, giacchè dalla fontana vicino al Ponte Inferno si segue per un tratto il corso del fiume Bussento, attraversando boschi lussureggianti con una presenza importante dei rari carpino nero e tasso.
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