Il nuovo Duomo cittadino ha avuto una genesi molto travagliata, che si è trascinata per decenni a causa di vicissitudini legate alla progettazione e realizzazione dell’edificio, ma anche ad alcune vicende storiche del Regno di Napoli.

Si cominciò a lavorare al nuovo tempio nel 1783, quando, perduta la chiesa parrocchiale di San Sebastiano per un incendio, gli abitanti di Caserta si ritrovarono a dover svolgere tutte le funzioni religiose nella piccola chiesa quattrocentesca dell’Annunziata. Per ottenere una nuova chiesa si rivolsero direttamente al re, che sollecitò le autorità locali ad avviare l’opera. Il progetto fu affidato all’architetto di corte Giovanni Patturelli, ma non convinse i committenti, che chiesero l’intervento del sovrano proprio alla vigilia dei moti carbonari del 1820/21. Fu solo dopo che reFerdinando decise che la chiesetta dell’Annunziata doveva essere demolita per fare spazio ad una cattedrale e ne affidò il nuovo progetto a Pietro Bianchi

Il 30 maggio 1822 fu messa la prima pietra e dieci anni dopo fu inaugurata la nuova chiesa a tre navate, che si rivelò un clamoroso insuccesso. Fu chiamato allora un nuovo architetto, ma anche il suo lavoro fu bocciato. Solo nel 1837 fu incaricato di ristrutturare il Duomo l’architetto Pietro Valente, che dirigeva l’Accademia di Belle Arti e che rivoluzionò la struttura preesistente, dandole un’impronta decisamente neoclassica e chiamando i migliori artisti del momento per abbellirla. Si giunse finalmente all’inaugurazione della Cattedrale, intitolata a San Michele arcangelo, nel febbraio 1842 e alla solenne cerimonia parteciparono anche il re Ferdinando II e la regina Maria Teresa. Nel tempo sarebbero seguiti altri interventi minori e altri abbellimenti, fino all’ultimo intervento del 2014, che ha restaurato i sotterranei, dove sono state realizzate cripte che custodiscono i reperti archeologici trovati nel territorio casertano e che ospitano opere di artisti contemporanei. 

Sulla facciata del Duomo si staglia la scalinata in pietra di Bellona, che dà accesso ai tre portali d’ingresso a cui corrispondono le tre navate dell’interno, scandite da colonne. La navata centrale è coperta da un soffitto a cassettoni decorati a stucco. Tra la navata e il transetto si distingue il Trionfo di San Michele arcangelo sul demonio di Luigi Taglialatela. L’abside reca affreschi raffiguranti i Dodici Apostoli ed episodi biblici. Tra le cappelle, una è dedicata a Sant’Anna, patrona della città.