Favorita dai terreni di natura vulcanica, ricchi di minerali e di potassio, l’albicocca è una produzione tipica dell’area vesuviana..
Già nell'età di Nerone questo frutto apparve con il nome latino di armeniacum nel De agrìcultura di Cocumella. Dal 1583 la testimonianza della sua presenza in Campania è chiara e il primo a selezionarne i vari tipi fu Gian Battista Della Porta che, distingueva due tipi: le «bericocche» e le crisomele («frutti d’oro»).
A metà Ottocento l’albicocco diffusissimo con diverse varietà. Oggi la denominazione «albicocca vesuviana» indica oltre quaranta biotipi che si differenziano per le dimensioni, il profumo, il sapore. La particolarità dei nomi è a dir poco poetica: Boccuccia liscia, Boccuccia spinosa, Cafona, Ceccona, Fracasso, Palummella, Portici, San Castrese, Vitillo e Pellecchiella. Queste ultime due sono le più note: la prima per la dolcezza della polpa, la seconda per il gusto amarognolo. I frutti maturano dalla fine di maggio alla fine di luglio.
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