Nell’ora del tramonto, la Leonessa che dorme si tinge di rosa. Tra le varie denominazioni che fanno riferimento al Monte Bulgheria,
ispirate dalle sue caratteristiche, c’è quella che lo descrive, appunto, come un felino dormiente, acquattato tra la valle del Mingardo e quella del Bussento in solitudine, visto che non vi sono altre alture particolarmente vicine.I suoi 1225 metri di altezza sono frutto di lenti movimenti tettonici, che l’hanno fatto emergere dal mare. A raccontarlo ci sono i tantissimi fossili marini ritrovati sulla cima, che contribuiscono a farne una montagna di straordinario e riconosciuto valore ambientale. Che si manifesta anche nel particolare microclima, in virtù del quale sui suoi fianchi trovano condizioni favorevoli sia le coltivazioni tradizionali di montagna sia quelle tropicali. Non da meno sono le peculiarità storiche del monte, visto che le tracce della presenza umana nelle grotte risalgono al Paleolitico. E il nome Bulgheria risale al V secolo d.C., quando le grotte furono usate come rifugio anche dai soldati bulgari arrivati fin lì durante la guerra greco-gotica.
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