È un libro favoloso in tutti i sensi, un’incursione nella storia profonda della nostra identità alimentare – regionale e anche ischitana - di cui non possiamo fare a meno. Irrompe nell’estate con la forza della cultura, seria ed entusiasmante; dell’originalità, dell’amore, del divertimento e del piacere
l’ultimo libro di Manuela Piancastelli, intitolato
«Napoli, Zuccaro & Cannella. Cibi e vini da favola nel Cunto de li Cunti», con le illustrazioni di Giusi Ghioldi (Valtrend edizione, 208 pagine, euro 18).
L’appuntamento, da non perdere, per incontrare l’autrice e scoprire i mille segreti della cucina napoletana, dei prodotti e dei vini che la rendono unica al mondo da secoli, è
in programma per giovedì 19 agosto alle ore 19 in una location a dir poco spettacolare, la Caffetteria del Monastero del Castello Aragonese, nell’ambito degli eventi organizzati da Nicola e Cristina Mattera con il suggestivo titolo di «
Aperitivi d’autore».
A dialogare con Manuela Piancastelli ci sarà
Ciro Cenatiempo.
Per ovvi motivi, per partecipare all’incontro, è obbligatoria la prenotazione da inviare alla mail: caffetteria@castelloaragonese.it.«Il Cunto de li Cunti di Giambattista Basile è sicuramente – si legge in una nota dell’editore - il più affascinante e straordinario repertorio fiabesco europeo. Esso rappresenta un vero e proprio grande libro del sapere che va sfogliato, pagina dopo pagina, per apprezzarne l’originalità, è un enorme pentagramma di cui occorre ascoltare tutte le note, un universo semantico unico ed irripetibile che riporta a leggende, canzoni, versi che, se chiudiamo gli occhi, sentiamo riecheggiare dentro di noi come una nenia antica. Il Cunto de li Cunti è come una grande pizza a sfoglie che si può gustare lentamente nei suoi singoli strati oppure a morsi, racchiudendo in un sol boccone l’esprit du temps. In questo libro
Manuela Piancastelli, giornalista e saggista, studiosa di Giambattista Basile, ha voluto far riemergere dal Cunto il racconto dei cibi, dei vini, dei sapori della Napoli del primo Seicento. Ma ha anche voluto far rivivere al lettore le contraddizioni e le grandezze della Napoli spagnola, di un’epoca di passaggio, ha tracciato l’identikit dei sazi e degli affamati, è andata alle origini dei mangia-foglia e del come e soprattutto del perché si siano trasformati in mangia-maccheroni. Nelle favole il cibo è metafora, fantasia, sogno, desiderio, fuga della realtà. Ma anche cibo vero. Napoli per Basile è una pentola gorgogliante, un calderone sul fuoco con odori, sapori, ricette, ingredienti che ci portano nel cuore della Napoli barocca e ci raccontano di grandi rivoluzioni, come quella della pasta. È un pezzo di storia della città fatta anche di zucchero e cannella, di marzapane e di verdure, di pizzelle e di vino. Manuela Piancastelli ci guida alla loro scoperta attraverso testimonianze letterarie e testi di viaggiatori e storici, in un grande puzzle della Napoli a cavallo di due secoli, in cui non mancano i riferimenti a
Ischia. Una ricerca approfondita scritta con stile leggero, un libro da godere con tutti i sensi».