Dopo il fantastico successo ottenuto due anni fa, quando conquistò un posto d’eccellenza assoluta nel panorama enologico mondiale, l’azienda di Ischia «Cenatiempo Vini» di Pasquale Cenatiempo, continua a mantenere un ruolo di prestigio nel comparto, certificando la leadership della produzione campana e, in particolare, della Doc Ischia nella variegata filiera italiana.
Lo confermano i risultati del «Decanter World Wine Awards 2021» organizzato dal grande gruppo mediatico Decanter che annovera circa 300 giudici - tutti super competenti - provenienti da ogni parte del pianeta, che ha assegnato la medaglia d’oro al «Forastera 2019» con 95 punti, e la medaglia d’argento al «Kalimera 2018» con 92 punti (quest’ultimo, come si ricorderà, con l’annata 2017, si classificò tra le 50 migliori bottiglie al mondo selezionate nel «Best in Show award»). L’ingresso del Forastera ai massimi livelli della classifica accende un faro ulteriore sullo straordinario e continuo lavoro di «confronto con le realtà internazionali» che caratterizza l’impegno di Pasquale Cenatiempo e dei suoi collaboratori, un affiatatissimo team nel quale spiccano l’enologo Angelo Valentino e la compagna Federica Predoni che non solo segue l'accoglienza e le relazioni con l'estero, ma anche la comunicazione del brand. Va detto che il Kalimera è un vino della tipologia «Ischia Doc Biancolella» ed è un Biancolella in purezza prodotto per la prima volta nel 2009: è allevato in terreni vulcanici oltre i 400 metri di altezza sul livello del mare, sui versanti a sud-est e sud-ovest dell’isola.
Per quanto riguarda il Forastera, va ricordato che è stato storicamente – in ordine di tempo - l’ultimo dei vitigni a sbarcare sull’isola verde, nella seconda metà dell’800, perché a quel tempo dimostrava una formidabile resistenza all’attacco della micidiale Peronospora. Da allora, dal 1850 (circa) il Forastera, che è dunque l’uva forestiera arrivata da lontano, si coltiva solo nelle campagne dell’isola d’Ischia, nelle terre di media collina, ben ventilate e assolate tra ovest e sud-est in particolare. Altrove, nonostante accurate indagini scientifiche e ricerche genetiche e pedologiche, ormai se ne sono perse le tracce.
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