Cinquantanove anni vissuti sempre a mille, scelte di campo senza sfumature, personalità controversa, Curt Erich Suckert, noto con lo pseudonimo di Curzio Malaparte, madre italiana e padre tedesco, era nato a Prato il 9 giugno 1898. Studi classici, a soli sedici anni all’inizio della Prima Guerra Mondiale si era arruolato volontario nella Legione straniera per poi passare sottotenente nell’esercito italiano, guadagnandosi la medaglia di bronzo.
Gorkij, e assunse la direzione del quotidiano “La Stampa”. Con Tecnica del colpo di Stato, in cui attaccò Hitler e il nazismo, fu allontanato dal giornale e nel ’33, espulso dal partito, venne condannato al confino per cinque anni a Lipari, dove però trascorse pochi mesi, grazie all’amicizia con il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano.
Un’esperienza raccontata nel suo primo libro Viva Caporetto, ritirato per vilipendio. Partecipò alla marcia su Roma nel ’22, sostenitore della prima ora del fascismo, cominciò a prenderne le distanze dal ’25. Nel ’29 visitò l’Unione sovietica, dove conobbe Stalin eEra inviato del “Corriere della Sera” quando, nel 1936, arrivò a Capri ospite di Axel Munthe e rimase entusiasta dell’isola. In breve tempo acquistò il terreno a Punta Massullo, avviando le pratiche per la licenza edilizia per la quale si spese Ciano, che era anch’egli frequentatore dell’isola. I lavori per la “casa come me”, come amava chiamare la sua Villa Malaparte, di cui era stato il vero progettista, iniziarono nel 1938 e durarono fino al ’40. L’anno in cui, con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale fu inviato sul fronte greco, a cui seguirono varie destinazioni sul fronte orientale come inviato guerra.
Alla caduta di Mussolini, nel ’43, si ritirò a vivere a Capri, dove scrisse il suo primo romanzo Kaputt. Nell’ultimo scorcio della guerra si avvicinò agli Alleati. Nel ’49 uscì La pelle, messo all’indice dalla Chiesa. Nel ’47 si era trasferito a Parigi e aveva cominciato ad avvicinarsi al comunismo, mentre era inviato in Italia e all’estero per “Il Tempo”. Nel ’57 viaggia in Unione sovietica e in Cina, paese da cui resta folgorato, dove intervistò anche Mao. Fu costretto a tornare velocemente a Roma per ricoverarsi per una grave malattia, che lo portò alla morte il 19 luglio 1957. Lasciata la sua casa di Capri alla Repubblica Popolare Cinese, gli eredi di famiglia impugnarono il testamento vincendo la causa, per cui Villa Malaparte è una proprietà privata.
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