Un caprese d’adozione che dedicò la vita all’isola amatissima, scoprendone i “segreti” più affascinanti. Abruzzese di Teramo, dove era nato il 28 febbraio 1840, Ignazio Cerio studiò medicina, laureandosi ad appena vent’anni, avviato dal padre alla carriera militare.
Durò poco e nel1869 prese la decisione che gli avrebbe cambiato la vita: trasferirsi a Capri, dove avrebbe esercitato la professione medica, come effettivamente accadde negli anni seguenti. Ma oltre a prendersi cura della salute dei capresi, si prese cura anche dell’isola, con un approccio scientifico da ricercatore interessato a varie branche del sapere: dall’archeologia alla botanica, dalla zoologia alla climatologia.
Supportò un gruppo di esperti napoletani negli studi sugli organismi marini, di cui procurava loro degli esemplari pescati con una draga che aveva progettato. E personalmente scoprì la lucertola dei Faraglioni, oltre ad approfondire la conoscenza degli altri endemismi della flora e della fauna dell’isola.
Nel 1900 pubblicò il catalogo delle specie botaniche capresi in Flora dell’isola di Capri. Si dedicò pure alla ricerca archeologica, che lo portò a individuare un’abitazione del Neolitico nella Grotta delle Felci e in seguito testimonianze preistoriche a Tragara. Nel 1870 fondò il cimitero acattolico di Capri. Morì a Capri il 1° maggio 1821. Il figlio Edwin e la nuora Mabel Norman Cerio crearono in suo onore il Centro caprense di vita e di studi Ignazio Cerio.
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