Allievo di Luca Giordano, le notizie biografiche di Nicola Russo sono estremamente scarne. A cominciare dalla data della nascita, di cui si conosce solo l’anno, il 1647. Artista barocco, lavorò in diverse chiese napoletane: dalla chiesa di Sant’Antonio a Tarsia a Santa Maria del Parto a Mergellina; dalla chiesa di Santa Maria di Portosalvo al complesso di Suor Orsola Benincasa, alla cappella di San Francesco da Paola all’interno del Maschio Angioino; dalla chiesa di Santa Maria Maddalena delle Convertite spagnole all’abbazia di San Michele a Procida.
Suoi sono quattro grandi dipinti su tavola del 1690 che decorano il coro della chiesa. Tra tutti, è particolarmente noto il San Michele Arcangelo scaccia i Saraceni da Procida. L’opera, che è venerata dai fedeli isolani, rievoca un episodio storico, ovvero l’assedio di Procida da parte dei pirati di Barbarossa, e il miracolo compiuto dal patrono dell’isola l’8 maggio 1535 quando, invocato dal popolo stremato chiuso nella fortezza di Terra Murata, intervenne con una spada di fuoco, mettendo in fuga i Saraceni con una tempesta di fulmini e saette.
Ai piedi del Santo, è raffigurata l’isola con le sue chiese, i palazzi, la stessa abbazia e il castello di Terra Murata e sullo sfondo la sagoma dell’Epomeo che domina la vicina Ischia. Si tratta della più antica immagine dipinta di Procida.
Russo, che aveva a Napoli una bottega ed era piuttosto noto e quotato, morì nel 1702.
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