Oltre tremila suoi dipinti presenti in numerosi Paesi, artista instancabile, Luca Giordano nacque a Napoli il 18 ottobre 1634 figlio di un modesto pittore e fin da giovane iniziò a costruirsi una solida formazione tecnica attraverso lo studio dell’opera dei grandi artisti del passato in un contesto, quello della Napoli di metà Seicento, fortemente influenzato dall’eredità artistica di Caravaggio.
Fu per nove anni nella bottega di Jusepe de Ribera, prima di trasferirsi a Roma, dove si dedicò al disegno ed ebbe la possibilità di conoscere Pietro da Cortona e altri esponenti della corrente neo-veneta.
Da Roma si spostò a Parma, poi a Venezia nel 1653 e lì realizzò le prime opere, facendosi apprezzare e creando le basi per un successivo soggiorno tra il 1664 e il 1665, che gli procurò importanti committenze. Le molteplici esperienze fatte negli anni costituirono un prezioso patrimonio a cui attinse quando, tornato nella sua città natale, fu impegnato, tra l’altro, ad affrescare le cupole della Chiesa di San Gregorio Armeno e della Chiesa di Santa Brigida e la volta della chiesa dell’Abbazia di Montecassino.
Ma Giordano fu autore anche di numerosi dipinti a soggetto profano, che da Napoli raggiunsero i committenti in Italia e in varie parti d’Europa.
Tra il 1682 e il 1685 lavorò intensamente a Firenze, dall’affresco della volta della cappella Corsini alle opere concepite per gli ambienti rinnovati del palazzo Medici Riccardi, in particolare nella Galleria Luca Giordano nota anche Galleria degli Specchi, con un importante ciclo di affreschi sulla volta.
Nel 1692 il re di Spagna Carlo II lo chiamò a Madrid, dove rimase dieci anni, lavorando all’Escorial, nel Palazzo reale di Madrid e in quello di Aranjuez, a Toledo e producendo dipinti per vari committenti privati. Avanti negli anni, il ritorno a Napoli nel 1702 non ridusse l’intensità del suo impegno, profuso nelle opere per diverse chiese, come quelle dei Girolamini, di Maria Donnaregina Nuova e di Santa Maria Egiziaca, oltre alla decorazione del cupolino della Cappella del Tesoro della Certosa di San Martino con il Trionfo di Giuditta.
Nel frattempo, per far fronte alle tante commesse, aveva creato una bottega con numerosi allievi, allevando una intera generazione di giovani artisti partenopei.
Luca Giordano morì a Napoli il 12 gennaio 1705, sepolto nella Chiesa di Santa Brigida. La sua personale rielaborazione del messaggio degli artisti di cui aveva studiato e riprodotto le opere lasciò tracce profonde nella Napoli che si affacciava allora al Barocco.
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